UNA STORIA DI FUSION: LA NASCITA DI ‘JACK&ROZZ’ IN ATTESA DEL TOUR DI LANCIO

Jack&Rozz

UNA STORIA DI FUSION: LA NASCITA DI ‘JACK&ROZZ’ IN ATTESA DEL TOUR DI LANCIO

 

Iniziamo con una storia. Ci piace pensare ‘Jack&Rozz’ come un racconto non scritto, un lungo discorso senza parole, in cui abbiamo incrociato sentori ed esperienze per farli dialogare.

Nonostante le radici comuni, infatti, tra jazz e rock non è sempre corso buon sangue, anzi. La differenza di età rendeva il jazz dapprima diffidente nei confronti del fratello più giovane. Tanto più che, pur nascendo da una tradizione popolare marginalizzata come quella afro-americana, già dagli anni Venti il jazz aveva attirato l’attenzione di musicisti colti europei come Ravel e Stravinsky, mentre, sull’altro versante, Gershwin ed Ellington portavano avanti la rivendicazione di pari dignità per la musica afro-americana. Così, quando il rock emise i primi vagiti, il jazz era già un genere che poteva guardare negli occhi i più raffinati compositori provenienti dall’ambiente accademico.

Allo stesso modo, la nascita di un disco come ‘Jack&Rozz’ che reinterpreta in chiave jazz i maggiori successi rock, ci è sembrata fin da subito un esperimento con una storia ben definita alle spalle, nonché di grossa portata storica. Giovanni Francesca alla chitarra, Frank Lacapra al basso, Pasquale Fiore alla batteria Alessandro Tedesco al trombone e io alla tromba: un quintetto per un’idea che girava in testa da un po’ sia a me che ad Alessandro Tedesco. Si può dire che io e Alessandro ci siamo rivisti dopo oltre quindici anni per questo, investendo nel progetto con fiducia, calendarizzando i periodi di sala prove e sala d’incisione. Non che prima ci siano mancate occasioni, ma la scusa di un disco era evidentemente ciò che aspettavamo davvero.

La reinterpretazione, la contaminazione, la fusion, dunque. Fattore sociale e politico. La storia narra che gli interpreti bianchi, infatti, ebbero un’importanza almeno pari ai neri nell’affermazione del rock, mentre il jazz ebbe, almeno dalla nascita fino all’emancipazione degli afro-americani, una forte connotazione razziale. Neri, immigrati europei, nativi americani ed ebrei erano tutti esponenti di culture emarginate che, attraverso il jazz, volevano affrancarsi dalla subalternità. Nel rock le rivendicazioni erano invece generazionali, appartenevano ai teen-agers che osavano alzare la testa. Fortemente introspettivo il jazz quanto edonista il rock, ma entrambi indirizzati ad una sorta di commercializzazione culturale di massa. La track-list di ‘Jack&Rozz’ gioca su questi due livelli, affidandosi in alcuni brani a reinterpretazioni soliste quali quella di Marco Zurzolo al sax, approfondendo uno studio sulle contaminazioni che oltrepassa i confini tra generi.

E proprio la reinterpretazione prosegue fedelmente nella parabola di questo percorso a due tra jazz e rock- A metà degli anni Sessanta, infatti, alcuni giovani musicisti si interessarono  al rock delle origini e iniziarono a sentirsi troppo stretti nelle strutture semplicistiche e nelle superficiali tematiche della musica giovanile. La ritmica canonica si frammentò, poi gli occhi si appuntarono successivamente al Free jazz che, proprio in quegli anni, stava rivoluzionando il panorama jazzistico. Contemporaneamente, musicisti provenienti dal folk di protesta si rivolsero al rock per veicolare i loro messaggi d’impegno civile verso un pubblico giovanile sempre più ampio. Da qui, il rock prese il largo verso un’affermazione artistica che, nel volgere di un decennio, passò da fenomeno giovanile a espressione artistica e culturale a tutto tondo, con la fioritura creativa psichedelica, progressiva e jazz-rock. Sull’altro versante, l’attenzione di un jazzista fondamentale come Miles Davis verso il rock psichedelico di Jimi Hendrix e il soul-funky di Sly Stone e James Brown portò al definitivo sdoganamento del pop-rock in ambito jazzistico, con la creazione di un nuovo genere che poi non era altro che jazz-rock affrontato da una prospettiva jazzistica.

Salvaguardando le prospettive, ci siamo dedicati alla diffusione promuovendo un progetto di crowfunding per la realizzazione del disco che è iniziata circa due mesi fa e si è conclusa da pochissimo con successo. L’interesse attorno al disco ha infatti coinvolto appassionati e neofiti del genere che hanno sostenuto il progetto sulla piattaforma MusicRaiser rendendo possibile, di fatto, la realizzazione del disco. Il tour di lancio è già in progettazione, con alcune date previste per quest’estate in preparazione di un tour invernale più lungo e articolato.

Intanto io e Alessandro pensiamo già a un ‘Jack&Rozz’ volume 2. Come si dice: chi si ferma è perduto…

 


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